Se ne parla continuamente, in tema di insufficienza della pensioni, di adeguamento al crescente costo della vita, dell’età in cui è giusto che uomini e donne possano concludere la loro attività professionale. Sembra che la questione sia un tema che riguarda soprattutto quelli che hanno smesso di lavorare o che si accingono alla sospirato riposo. Non è proprio così: perché i problemi più rilevanti in tema di previdenza toccano (spesso inconsapevolmente) soprattutto i giovani. Secondo i recenti dati dell’Inps, un ragazzo o una donna che ora si affaccia al mondo del lavoro a 25 anni, dovrà lavorarne 46 per poter accedere alla quiescenza. Tutti i discorsi sull’età pensionabile devono fare i conti con altre variabili, come, ad esempio ma soprattutto, quella relativa alla situazione demografica del nostro Paese, sempre più vecchio, in cui i lavoratori sono ormai troppo pochi rispetto agli inattivi.
Insomma, il tema delle garanzie per un futuro e una vecchiaia serena riguarda sempre più i giovani, per questo è bene pensarci per tempo, usando tutti gli strumenti disponibili, magari mettendo da parte un “tesoretto” che potrebbe rivelarsi decisivo negli anni della vecchiaia.