21/02/2023
TEMPI DIFFICILI PER IL LAVORO NEI CAMPI

Nel 2022 (dati Istat) la produzione dell’agricoltura italiana si è ridotta dello 0,7% in volume; in ribasso anche il valore aggiunto ai prezzi base (-1%) e le unità di lavoro (-1,4%).

Superati gli effetti della crisi pandemica, si è avviato il pieno recupero delle attività secondarie e dei servizi, ma la ripresa è frenata dal sostenuto rialzo dei prezzi degli input e dalla siccità.

Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti venduti (+19,1%) e ancora più rilevante quello del costo dei prodotti impiegati (+23,6%). Calata la produzione di olio (-17%) e cereali (-10,4%), mentre l’annata è favorevole per frutta (+6,8%) e florovivaismo (+1,1%); stabile il settore zootecnico.

L’Istat ha diffuso la stima preliminare dell’andamento economico del settore agricolo per l’anno appena trascorso.

Nel 2022 gli effetti della crisi pandemica che avevano segnato il biennio precedente sono stati riassorbiti, in particolar modo per le attività secondarie e dei servizi che hanno recuperato il trend positivo bruscamente interrotto.

La forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici, che ha caratterizzato l’ultima parte del 2021 e che si è amplificata nel corso del 2022 anche per l’effetto dirompente del conflitto russo-ucraino, ha tuttavia innescato un consistente rialzo dei prezzi con ricadute particolarmente pesanti sui costi di produzione. Inoltre, il fattore climatico ha segnato l'andamento del settore soprattutto per la siccità, fenomeno che ha contraddistinto l’intera annata influendo su volumi e qualità di molte colture.

I prezzi dei prodotti venduti sono cresciuti in modo consistente (+19,1%) ma ancora più forte è stato il rialzo dei prezzi dei beni acquistati (+23,6%). Se, quindi, da un lato il valore corrente della produzione totale dell’agricoltura è aumentato del 18,2% (72,4 miliardi di euro contro 61,2 del 2021) dall’altro i consumi intermedi hanno subito un incremento del 23,1%; il valore aggiunto a prezzi correnti è aumentato del 14,2%. Al netto della variazione dei prezzi, nel 2022 la produzione dell’agricoltura si è ridotta dello 0,7% in volume e il valore aggiunto dell’1%.

La diminuzione complessiva delle unità di lavoro è stimata all’1,4%, a sintesi di una netta flessione dei lavoratori indipendenti (-2,3%) e di un lieve incremento di quelli dipendenti (+0,3%).

I contributi alla produzione ricevuti dal settore sono aumentati del 2%. Il reddito dei fattori è cresciuto

del 15,6% in valore e, conseguentemente, l’indicatore di reddito agricolo ha evidenziato un aumento

del 13,7%

Coltivazioni: raccolti in calo, prezzi in salita

Il 2022 non è stato un anno favorevole per le coltivazioni (-2,2% in volume). Gli eventi climatici hanno condizionato le produzioni, con basse temperature primaverili, eccezionali ondate di calore nel periodo estivo e pressoché totale assenza di precipitazioni e un clima caldo e asciutto che si è protratto per gran parte dell’anno in molte aree del Paese

Sensibili decrementi si registrano non solo per olio d’oliva (-17% in volume) e cereali (-10,4%) ma anche per piante foraggere (-5,5%), piante industriali (-4,5%), patate (-1,9%) e ortaggi freschi (-1,8%). L’annata si è rivelata invece propizia per colture frutticole (+6,8% in volume) e florovivaismo (+1,1%), mentre il vino ha mantenuto gli stessi livelli quantitativi del 2021 (+0,1%). Notevole l’incremento dei prezzi dei prodotti delle coltivazioni, cresciuti mediamente del 17,8%, con punte del 40,3% per i foraggi, 39,9% per i cereali, 21,2% per gli ortaggi freschi, 14,7% per gli agrumi, 13,5% per le piante industriali, 10,1% per il vino e 6,6% per la frutta fresca.

Comparto zootecnico: produzione stabile, prezzi in forte aumento

Secondo le prime stime, nel 2022 il settore zootecnico ha mantenuto volumi produttivi sostanzialmente stabili rispetto al 2021 (-0,3%), a sintesi di una crescita che ha riguardato principalmente gli ovi caprini (+5,2%), bovini (+2,5%) e il latte (+0,1%) e di un calo per le carni suine (-2,8%) e il pollame (-1,5%).

Il prezzo medio dei prodotti zootecnici è in forte aumento (+24,2%), spinto soprattutto dal rincaro di pollame (+33,4%), latte (+26,6%), carni bovine (+19,5%), suine (+18,4%) e ovi caprine (+10,6%).

Attività secondarie e dei servizi agricoli di nuovo in crescita

La produzione delle attività secondarie non agricole nel 2022 ha segnato un incremento in volume del 6%. Le stime indicano un’espansione soprattutto per le attività legate all’agriturismo e la piena ripresa di questo settore dopo le forti cadute causate dalla crisi pandemica. In positivo pure le attività dei servizi agricoli (incremento in volume dello 0,5%). Anche per questi ambiti produttivi si è avuto un rialzo dei prezzi, consistente per le attività secondarie (+25,4%) e più contenuto per quelle dei servizi (+5%).

Consumi intermedi: la crescita dei prezzi pesa sui costi di produzione

Nel 2022, a fronte di un calo delle quantità dei prodotti acquistati (-0,4%), l’ammontare dei consumi intermedi, ovvero i costi sostenuti dagli agricoltori, è stimato in sensibile aumento (+23,1%). La progressione dei costi è imputabile essenzialmente ai prezzi dei principali prodotti impiegati (+23,6%); sono cresciuti sensibilmente soprattutto i prezzi di fertilizzanti (+63,4%), prodotti energetici (+49,7%) e alimenti per animali (+25,1%). L’incremento, iniziato alla fine del 2021, si è ampliato e consolidato nel corso del 2022 in buona parte per le conseguenze del conflitto in atto in Ucraina che ha prodotto una forte instabilità dei mercati internazionali delle materie prime agricole e dei prodotti energetici.

L’andamento congiunto dei prezzi dei prodotti venduti (output) e di quelli acquistati (input) delinea nel 2022 un ulteriore peggioramento della ragione di scambio per il settore agricolo

Francia prima in Europa per produzione e valore aggiunto agricolo

Nel 2022 il comparto agricolo ha registrato un decremento del volume della produzione del 3% per ’insieme dei paesi dell’Ue27. Limitando l’analisi ai principali Paesi, il calo più vistoso ha riguardato Ungheria, Romania e Spagna mentre si è avuta una lieve crescita in Grecia, Danimarca e Francia.

La graduatoria del valore della produzione a prezzi correnti vede la Francia mantenere nel 2022 la prima posizione (96,6 miliardi di euro, +17,2% rispetto al 2021), seguita da Germania (74,4 miliardi di euro, +25,7%), Italia (72,4 miliardi di euro, +18,2%) e Spagna (63,8 miliardi di euro, +11,7%).

Anche in termini di valore aggiunto la Francia conferma nel 2022 la propria leadership europea (43,5 miliardi di euro, +23,5% rispetto al 2021) seguita dell’Italia (38,4 miliardi di euro, +14,2%), che aveva mantenuto il primato ininterrottamente dal 2013 al 2020, mentre la Germania (30,9 miliardi di euro, +57,9%) supera la Spagna (28,5 miliardi di euro, -4,8%).

I prezzi alla produzione (misurati in termini di prezzo base) sono risultati in forte accelerazione nel 2022 per il complesso Ue27 (+23%), con valori al rialzo di almeno 10 punti percentuali in tutti gli Stati membri; gli incrementi più rilevanti hanno interessato Ungheria, Polonia, Romania, Germania e Spagna.

Le stime mostrano un aumento dei consumi intermedi del 21,5% per il complesso dell’Ue27 nel 2022. Polonia (+43,6%), Spagna (+29,9%), Paesi Bassi (+24,2%) e Italia (+23,1%) sono i Paesi in cui si rilevano incrementi del valore dei consumi intermedi più elevati (e al di sopra della media europea) mentre Germania (+9,8%) e Francia (+12,4%) quelli dove risultano più ridotti. I prezzi dei beni e servizi impiegati sono cresciuti mediamente del 25,4% per l’Ue27, con Polonia (+44,8%), Spagna (+31,2%) e Romania (+30,8%) tra i Paesi con i maggiori incrementi e Germania (+14%) e Francia (+18,1%) tra i paesi con variazioni più contenute; l’Italia (+23,6%) si attesta al di sotto della media europea.

Crescente risulta l’impatto dei consumi intermedi sul valore della produzione: essi incidono mediamente per il 58,8% nell’Ue27 (57,7% nel 2021), con percentuali maggiori in Danimarca (70,9%), Ungheria (70,1%), Paesi Bassi (67,3%) e Germania (58,4%) e inferiori in Spagna (55,3%), Francia (54,9%) e Italia (47%).

L’andamento dell’indicatore A di reddito agricolo, che misura la produttività del lavoro in agricoltura, nel 2022 risulta in aumento per quasi tutti i principali Paesi, in particolare per Germania (+66,8%), Danimarca (+29,8%) e Francia (+24,5%) mentre mostra valori negativi per Romania (-21,2%), Ungheria (-4,9%) e Spagna (-4,5%). Il valore dell’Italia (+13,7%) è in linea con la media Ue27 (+13,1%).