24/02/2023
“NON E’ UN FAVORE ALLA BANCHE”

Dopo la scelta del governo di limitare in maniera drastica il ricorso ai vari bonus edilizi di cui negli ultimi anni avevano potuto beneficare cittadini e imprese, il dibattito sul significato e il valore di tale opzione si è fatto particolarmente acceso.

In proposito, il “Corriere del Veneto”, inserto regionale del “Corriere della Sera”, domenica 19 febbraio, ha pubblicato un ampio servizio nel quale sono state messe a confronto le varie posizioni in merito alle scelte dell’Esecutivo. Tra gli intervenuti, anche Giammaria Amato. Direttore generale mercato di BCC Patavina, che in un’intervista (che riportata in questo articolo) , curata dal giornalista Andrea Priante, ha illustrato i comportamenti e le reazioni del mondo bancario.

NON È UN FAVORE ALLE BANCHE.

ABBIAMO SEMPRE ACQUISTATO TUTTI I CREDITI CHE POTEVAMO”.

Amato (Bcc Patavina): per uscirne, serve una nuova strategia”

C’è chi dice che questo giro di vite del governo è un favore alle banche. Si sbaglia. Perché se le imprese e le famiglie sono in difficoltà, anche gli istituti di credito ne risentono”.

Giammaria Amato è il direttore centrale mercato della Bcc Patavina, una delle principali Banche di credito cooperativo del Veneto. Vista attraverso gli occhi dei banchieri, la “storia” del Superbonus è piuttosto semplice: “All’inizio la normativa, specie sui bonus facciate, prevedeva pochi controlli. Le banche attivavano delle iniziative per evitare le truffe ma un margine di rischio c’era. E in quel caso, quando l’iter burocratico era stato rispettato, a pagare era lo Stato e quindi i cittadini”.

Poi i controlli sono aumentati, sono stati inseriti dei limiti al bonus facciate ed è stato introdotto il principio di “responsabilità solidale” da parte del cessionario. “A quel punto - prosegue Amato - col concreto rischio di rimetterci milioni di euro, le banche non potevano più comprare i crediti fiscali a meno che prima non venissero attivati dei costosi processi di verifica da parte di società di consulenza. Il risultato è che l’iter per la cessione del credito si è allungato enormemente, trasformandosi in una sorta di calvario, e intanto le spese per i controlli sono ricadute su imprese e cittadini, rendendo i bonus sempre meno convenienti”.

Questo ha dato un primo duro colpo al “sistema del 110”, con l’edilizia che già doveva far fronte all’aumento dei costi dell’energia e delle materie prime. “Le banche hanno comunque continuato ad acquistare i crediti fiscali, ma questo le ha portate a saturare ben presto il plafond disponibile. Nel nostro caso, ad esempio, la Bcc Patavina, pur continuando a raccogliere le prenotazioni dei clienti, ha sospeso ogni nuova operazione già dal mese scorso”.

Ora la terza fase, con il nuovo giro di vite del governo. “In assenza di una strategia per i crediti attuali, rischia di essere un colpo di grazia al 110: la capacità delle banche di accettare i crediti non è infinita, ma legata alla capienza fiscale dovuta ai singoli bilanci degli istituti. Di conseguenza le aziende si ritrovano con i “cassetti fiscali” pieni e con molti lavori prenotati ma che ora non sono più in grado di fare. E non dimentichiamo che dietro alle imprese ci sono famiglie che non sanno se riusciranno a concludere le ristrutturazioni, o addirittura se potranno dare avvio ai cantieri”.

Per il direttore Giammaria Amato il futuro è a tinte fosche: “Uno stop del governo era nell’aria, se non altro permettere un punto fermo sulla capacità del nostro Stato di far fronte a questo tipo di incentivo al settore edile. Ma sarebbe stato più opportuno stabilire delle regole valide per il futuro: imporle anche per i cantieri già avviati mette tutti in difficoltà”.

Anche nei rapporti tra aziende e banche?

Come intermediari abbiamo tutto l’interesse a favorire i clienti, ma se una impresa è in difficoltà è evidente che l’istituto farà più fatica a concedergli dei finanziamenti. In quest’ottica poteva funzionare l’intervento degli enti pubblici, che si erano fatti avanti per acquistare i crediti proprio dalle banche. Ma ora che anche questa soluzione è tramontata, la situazione non potrà che complicarsi ulteriormente”.