07/03/2023
LA CRESCITA E L’ACCOMPAGNAMENTO FACILITATORE

Per la prima volta davanti ai soci, il nuovo direttore generale, Andrea Bologna, non ha certo smentito il suo ruolo di “tecnico” competente e profondo conoscitore del Credito Cooperativo. Ha cominciato il suo intervento con uno sguardo attento ai numeri, all’evoluzione di BCC Patavina, poi è entrato con puntualità nel merito della sua visione di una BCC moderna e adeguata ai tempi, ma nello stesso tempo fedele ai principi fondanti e agli obiettivi originari, adeguatamente aggiornati al mutare delle situazioni.

Prima di tutto gli impegni del nuovo direttore, soltanto annunciati, ma certamente limpidi nella formulazione: promuovere ulteriormente lo sviluppo della Banca e nello stesso tempo accompagnare e facilitare quello che al momento pare l’impegno più consistente di BCC Patavina, cioè l’aggregazione con BCC Verona e Vicenza.

Ma partiamo dai numeri, così come li ha elencati Andrea Bologna. La Banca attualmente conta oltre 11.000 soci, 54.000 clienti (di cui 41.500 privati), un attivo di bilancio maggiore di 2,25 miliardi di euro, utile netto, nel triennio 2020-’22, ben 24,690 milioni di euro, di cui 9,869 milioni lo scorso anno; patrimonio netto di 131,5 milioni, rischio credito - GNPL ratio pari a 4,02%, in linea col sistema bancario; banca verde rating A. Inoltre BCC Patavina nel 2022 ha raccolto direttamente 1.600 milioni di euro, indirettamente 879 milioni (di cui 591 di risparmio gestito); ha impiegato 1.226 milioni e ha amministrato masse per 3.725 milioni di euro.

Passando agli indici, apparentemente freddi indicatori, ma che esprimono la qualità bancaria e la solidità di BCC Patavina: CET1 Ratio 17,07% e Total Capital Ratio 19,62% (indicatori di solidità patrimoniale), Texas Ratio 14,58%, Deteriorato Lordo 4,02%, Cov. Ratio Sofferenze 82,46%, Con. Ratio UTP 51,06%, Cost. Income EWS 70,07%, Utile Netto 9,869 milioni di euro.

La Banca può contare su circa 295 collaboratrici e collaboratori, con un’età media di 48 anni, che l’anno scorso hanno beneficiato di ben 16.266 ore di formazione (videoconferenza, aula, e-learning).

Tutto questo per offrire “servizi qualificati e consulenza, rivolgendoci in particolare alle famiglie e alle piccole e medie imprese”.

“Come ispirazione, – ha detto il direttore – siamo una BCC con le persone e per la comunità. Siamo Banca delle persone, perché mettiamo al centro delle nostre attenzioni e del lavoro proprio i bisogni di uomini e donne di questo territorio, le necessità sia in ambito finanziario che quelle legate ai rischi della vita. Siamo banca della comunità, perché vogliamo contribuire allo sviluppo integrale della comunità stessa: per noi ogni persona e tutte le realtà sono essenziali. Cerchiamo relazioni stabili e a lungo termine, coltivando il giusto equilibrio tra il nostro fare banca e i clienti. Non ci interessano le relazioni estemporanee, futili, di breve periodo; puntiamo piuttosto a rapporti solidi, robusti e di lunga durata”.

“In questo contesto – ha concluso il Direttore – e in questo ambizioso programma, i soci hanno un ruolo centrale: prima di tutto in quanto clienti, poi perché sono la componente più vitale dei molteplici riferimenti economici e sociali della BCC, in fine perché svolgono l’insostituibile compito di essere mediatori tra la banca e il territorio. Sono i soci che ci indicano quali sono le esigenze primarie della comunità locale, sono loro che indirizzano l’agire della banca verso la soddisfazione dei bisogni più urgenti e significativi delle comunità in cui siamo presenti e operiamo”.