L’inflazione in rialzo e persistente sta mettendo in difficoltà e imbarazzo non soltanto cittadini e consumatori, ma anche il mercato finanziario. L’aumento del costo del denaro potrebbe significare un raffreddamento degli utili e la necessità di riposizionarsi in termini di investimenti, magari con una diversificazione geografica, di settore e di emittente, per evitare di concentrare tutta la propria ricchezza su un singolo segmento o un unico titolo. I consigli di Banca Patavina.
«Nel corso del 2022 – spiega Luca Ricchieri, Vice Direttore Generale e Direttore Centrale Finanza di Banca Patavina - e con sempre maggiore intensità nel corso di queste ultime settimane, abbiamo sentito parlare di Sticky Inflation, cioè di una inflazione particolarmente “appiccicosa” che si trasmette a ogni ambito delle varie attività economiche, al punto da essere estremamente difficile da estirpare con il classico metodo del rialzo dei tassi. Le difficoltà della catena dell’offerta nella ripartenza economica del 2021 e il conflitto bellico, con le nefaste influenze sui costi dell’energia, hanno di fatto comportato una generalizzata diffusione del fenomeno inflazionistico, che le banche centrali, partite in ritardo nel riconoscere la non transitorietà del fenomeno, faticano a combattere efficacemente».
Una corsa all’aumento del costo della vita che non si è ancora fermata?
«Gli ultimi dati disponibili testimoniano questa persistenza dell’inflazione. In Francia, i dati di stima diffusi il 28/2 evidenziano infatti un valore pari al 6,2% contro un precedente 6%; in Spagna l’analogo dato risulta essere il 6,1% in aumento dal 5,9% precedente. Infine l’inflazione ufficiale dell’area Euro, rilevata oggi 2 Marzo, è stata del 8,5% contro un precedente dato di 8,6%. Ma soprattutto vi è una inflazione core (cioè quella non legata ai beni più volatili) pari al 5,6%, in aumento dal 5,3% del mese precedente».
Che cosa comporterà tutto ciò in termini finanziari?
«Il nuovo contesto geopolitico, la transizione energetica, la pandemia e l’eccesso di stimoli immessi nell’economia hanno dunque determinato una situazione inflattiva che sta divenendo strutturale e che, di conseguenza, sta innalzando il livello di equilibrio dei tassi di interesse. A quest’ultimo riguardo sono ormai molti gli studi che ipotizzano un terminal rate (un valore finale) della manovra restrittiva lanciata dalla FED, pari al 5,3%; per la BCE tale tasso è ora indicato al 4%. Gli impatti sui mercati finanziari di questa situazione sono facilmente intuibili: il raffreddamento dell’economia indotto dal costo del denaro inciderà negativamente sugli utili attesi per il comparto azionario, mentre il mercato obbligazionario globale inizia ad incorporare valore e sarà sempre più interessante in futuro».
Che cosa possono attendersi gli investitori e soprattutto come affrontare questa situazione?
«Attualmente l’andamento del mercato azionario mondiale, non incorpora ancora pienamente questo scenario e, di conseguenza, sono assai probabili storni nelle quotazioni nei prossimi mesi (anche per controbilanciare la notevole performance fatta registrare ad inizio 2023 da quasi tutti i mercati azionari). Nel mondo dei bond (molto più interessante) è viceversa necessario adottare cautela, utilizzando una grande diversificazione geografica, di settore e di emittente, per evitare di concentrare tutta la propria ricchezza su un singolo segmento o un singolo titolo; è proprio per questo motivo che la corsa all’acquisto del BTP cui stiamo assistendo, rappresenta un azzardo in grado di procurare ulteriori delusioni e non rispecchia una sana e prudente gestione del proprio portafoglio».
Concretamente?
«La conseguenza operativa di questo scenario è la necessità di posizionarsi con piani di accumulo sul mercato azionario per approfittare della crescente debolezza e costruire con tempo e pazienza un portafoglio in grado di trarre vantaggio dagli inevitabili storni che avremo davanti nei prossimi mesi.
Per l’investimento in obbligazionario, in alternativa ai titoli di Stato, si potrebbe consigliare di utilizzare una gamma ampia di sicav, caratterizzate da periodici stacchi cedolari, in grado di consentire la costruzione di un portafoglio articolato, dal rendimento competitivo e capace di tutelare dal rischio sistemico. L’importante è uscire dalla logica dei titoli di stato per approdare alla metrica della diversificazione geografica, settoriale e di emittente, che può essere garantita solamente da un portafoglio articolato. La logica di questa proposta può rappresentare un valido approccio, sia per i clienti di BCC Patavina che hanno in portafoglio prodotti che non li hanno soddisfatti o liquidità in eccesso, sia per altri investitori, ora delusi e sempre alla ricerca di soluzioni nuove, proposte e gestite da consulenti professionali».