
Assicurarsi non è soltanto un gesto di responsabilità verso se stessi e i propri beni, può anche divenire una scelta consapevole per favorire la transizione ecologica in nome di una sostenibilità ormai non più rinviabile. Il Credito Cooperativo, attraverso i prodotti messi a disposizione da BCC Assicurazioni, può sostenere l’esigenza di tutela di soci e clienti per colmare quel gap di protezione delle abitazioni e di fabbricati produttivi, in linea con le nuove necessità e con lo sforzo comune verso il miglioramento della qualità ambientale.
Il posizionamento del Gruppo Iccrea è chiaro: "Essere accanto al territorio, per noi del Gruppo BCC Iccrea – ha spiegato recentemente il Direttore generale, Mauro Pastore - significa fornire alle famiglie e agli attori della nostra economia reale, ricca di micro e piccole imprese, soluzioni assicurative al passo con i tempi e integrate con i fattori ESG, all’insegna della sostenibilità. È un tema anzitutto di cultura della prevenzione e della sicurezza, ma anche di profonda comprensione delle necessità dell'individuo e della sua propensione al rischio, degli elementi che compongono un'impresa e del mercato di riferimento”.
“Le parole del Direttore di BCC Iccrea – commenta Enrico Turetta, responsabile dell’Ufficio Assicurazioni di Banca Patavina – non lasciano molti spazi alle interpretazioni: ci rendiamo conto che stiamo parlando di un generale cambio di passo da tempo auspicato dalla nostra banca; stiamo investendo da anni nel settore dando sempre maggiore impulso alla promozione presso i nostri clienti, soci e dipendenti di una cultura assicurativa, orientata alla sostenibilità. Soprattutto nell’ambito assicurativo, il percorso di maturazione del nostro territorio soffre storicamente di una generale sottoassicurazione, in buona parte dovuta ad una distorta percezione del ruolo sociale proprio del servizio assicurativo in quanto permette di trasferire, in primis, i grandi rischi che il singolo cittadino non sarebbe in grado di sopportare”.
Oggi sono i beni immobiliari più a rischio, visti gli andamenti climatici e di conseguenza meteorologici, definibili eventi catastrofali.
“Questo è sotto gli occhi di tutti. Se, fino a qualche anno fa, gli eventi catastrofici che potevano colpire edifici a uso residenziale o produttivo erano prevedibili e riguardavano essenzialmente i fabbricati posti in determinate zone, come quelle a forte rischio sismico o alluvionale, oggi quella eventualità si è molto dilatata. C’è inoltre l’errata convinzione che, in caso di questi eventi, lo Stato abbia l’obbligo di risarcire; invece su circa 310 mld di costi per eventi catastrofali negli ultimi decenni, “solo” 125 miliardi di euro, circa il 40%, sono stati i finanziamenti pubblici erogati negli anni per gli stessi eventi. Tutelarsi in caso di calamità naturale significa poter ripartire anche quando l’immobile è stato distrutto totalmente o anche solo parzialmente. Questo impone di attivare maggiori strumenti di tutela e protezione che oggi il mercato ha reso disponibili e accessibili”.
Insomma, una “manna” per le assicurazioni...
“Non è proprio così. Certo, le assicurazioni sono chiamate a dare risposte sempre più incombenti e concrete a quella che da un’emergenza sta purtroppo diventando una normalità, ma rappresentano il soggetto che “fisiologicamente” ha un ruolo attivo in questo percorso di transizione. Inoltre, questo potrebbe contribuire a facilitare e accelerare quei mutamenti all’insegna della sostenibilità che tutti sappiamo essere ormai inderogabili”.
Difficile capire cosa possano fare le assicurazioni in tale contesto, più che risarcire…
“Il discorso invece è abbastanza semplice: più un rischio è stato calmierato, quindi trasferito alle Compagnie, maggiore è la possibilità di avervi accesso ad un costo accessibile. Al cittadino pare tutto molto semplice, tuttavia non sempre tutto chiaro: mi assicuro contro un imprevisto, un danno, una calamità, e, nel caso si verifichi, l’assicurazione paga: è la formula “classica”, che anche oggi possiamo applicare soprattutto al patrimonio immobiliare, che poi, nella maggior parte dei casi, rappresenta il patrimonio più consistente delle famiglie e delle imprese. Banca Patavina ha innovato il proprio modello di consulenza assicurativa proprio per fare chiarezza assieme ai propri clienti e per trasmettere una crescente consapevolezza della cultura della sostenibilità, maggiormente presente nelle nuove generazioni: le logiche ESG diventano sempre di più un driver di scelta e di posizionamento, sia degli operatori che dei clienti.”
Parlando di case e di capannoni cosa significa?
“Molto concretamente che più i nostri immobili sono sicuri e meno sarà oneroso assicurarli. Facciamo un esempio: se la mia abitazione ha caratteristiche costruttive in muratura, non antisismica e nemmeno in cemento armato o bioedilizia, quindi non robusta, oppure che ha serramenti vecchi e inadeguati, non in grado di far fronte alle infiltrazioni, il tetto con i coppi mossi perché non è mai stata fatta la manutenzione, è ovvio che assicurare questa casa sarà più difficile e oneroso rispetto ad un’altra più solida e ben conservata”.
Insomma, case sostenibili sia in termini ambientali che per quanto riguarda la sicurezza, è un vantaggio per tutti?
“Su questo nessun dubbio. Anche lo Stato gioca un ruolo importante nel favorire un percorso virtuoso dei propri cittadini; infatti, è prevista una detrazione d'imposta pari al 19% delle spese sostenute per i premi relativi alle assicurazioni aventi per oggetto il rischio di eventi calamitosi stipulate per unità immobiliari residenziali e relative pertinenze”.
Dunque, assicurarsi come opportunità di adeguamento in meglio?
“Certo. È chiaro tuttavia che sul rapporto assicurativo poi influiscono altri fattori, come il posizionamento degli immobili: vi sono zone in cui il rischio è più alto, perché quel territorio è morfologicamente “insicuro”. Non è vero che anche in questo caso non possiamo fare nulla: buona parte delle nostre aree sono pericolose perché trascurate, se non addirittura offese. Ma qui il discorso supera l’iniziativa e la buona volontà del singolo, divenendo un problema di cultura comunitaria e di scelte politiche. Intanto cominciamo col fare ciascuno la propria parte”.
Il Credito Cooperativo può dare una mano?
“Nel nostro Statuto noi ci impegnano a favorire uno “sviluppo sostenibile”. Anche i nostri prodotti assicurativi obbediscono a questa logica, cercando sempre più di adeguarci alle esigenze di questo tempo in cui la sostenibilità stessa ormai non è uno sfizio di pochi illuminati, ma una necessità per tutti”.