
Non c’è nessuno che si possa “chiamare fuori”, perché il tema della sostenibilità, della nostra capacità di far fronte ai cambiamenti climatici e ad altri guai derivanti dal modello di sviluppo imperante nel pianeta, coinvolgono non solo l’economia globale, ma anche segmenti d’impresa che apparentemente potrebbero essere al riparo dall’urgenza di adeguarsi a nuove prassi più virtuose. È il caso del mondo delle assicurazioni, chiamato a fare la sua parte, non soltanto per risarcire i danni, ma anche per promuovere una nuova cultura, soprattutto all’insegna della valutazione e della prevenzione dei rischi.
Le connessioni tra le tematiche Esg, riguardanti la sostenibilità, e l’industria assicurativa sono state oggetto di uno studio realizzato dal team di ricerca, coordinato dalla professoressa Patrizia Contaldo, del centro studio Baffi-Carefin dell’Università Bocconi di Milano (ne riferisce Beniamino Musto, in Review, 101).
Da una prima analisi di quanto reso noto dal settore assicurativo, emerge che le compagnie stanno ampliando le loro scelte strategiche operando non solo in ambito finanziario e di governance, ma anche rivisitando prodotti e orientamento al cliente: studiando nuovi rischi da assicurare, considerando inedite forme assicurative (ad esempio le polizze che utilizzano la tecnologia) e creando prodotti e servizi che stimolino i consumatori ad adottare comportamenti virtuosi.
La ricerca ha, inoltre, presentato in particolare un focus su un ambito scarsamente esplorato in precedenza, ovvero le connessioni tra le tematiche Esg e gli intermediari, indicando quali sono le azioni che possono essere messe in atto dalla categoria. In proposito lo studio ha rilevato alcuni punti chiave che determinano un cambio di prospettiva del settore dei servizi finanziari nel dare importanza a questa tematica.
“La sostenibilità – afferma Patrizia Contaldo – comporta un cambiamento nel paradigma del modo di fare impresa, che non può essere rimandato. In questo contesto ritengo che anche gli intermediari siano chiamati ad avere un ruolo proattivo. Il rapporto di fiducia con i clienti rappresenta il miglior volano per promuovere la spinta alla transizione ecologica e culturale”. In termini finanziari, ad esempio, orientando i propri investimenti in settori Esg, anche collaborando con attori green, ma soprattutto valorizzando e sistematizzando le proprie attività attraverso la definizione di Kpi (livello che indica la qualità della prestazione aziendale) ad hoc, che permettano di formalizzare e promuovere, nei confronti del sistema finanziario e del settore assicurativo, il livello di raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità Esg.
Non solo le scelte di investimento e il monitoraggio delle attività: la sfida è che anche la stessa attività di distribuzione di prodotti assicurativi possa avvicinarsi il più possibile ai principi Esg. A partire dal farsi portavoce, presso le mandanti, di elementi e richieste dei clienti da considerare nel design dei prodotti. Ma anche nella valutazione stessa dei rischi, sviluppando una maggiore sensibilità verso quelli a maggiore impatto ambientale, così come nel monitoraggio nel tempo del profilo di propensione green del cliente, e creando un giusto equilibrio tra relazione fisica e virtuale per ridurre l’impatto ambientale.