Il sistema del Credito Cooperativo rivela un consistente e persistente vantaggio, rispetto alle altre banche, in termini di efficienza. È quanto emerge dal Rapporto sull’attività delle Banche di Credito Cooperativo nel quinquennio 2018-2022, realizzato dal Centro di Ricerca sul Credito Cooperativo, istituito presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
L’analisi ha avuto lo scopo di osservare il livello di efficienza delle banche italiane cercando di individuare i soggetti particolarmente virtuosi e le loro caratteristiche, e indagando quali sono le principali leve su cui i manager possono agire.
Le Banche di Credito Cooperativo – è una delle principali evidenze – presentano livelli di efficienza decisamente superiori a quelli delle altre banche, probabilmente riconducibili alla loro struttura organizzativa più agile e flessibile rispetto agli istituti di grandi dimensioni (con evidente impatto sui costi). Negli ultimi anni le BCC, nonostante una fase storica di particolare complessità, spiega il rapporto, hanno saputo adattarsi e reagire in maniera “adeguata”: in particolare, la quota degli sportelli sul totale del sistema bancario è cresciuta dal 14% del 2013 al 19,6% del 2022, quella dei dipendenti, dal 10,2% al 10,7%; e il numero dei soci è cresciuto del 20% dal 2013 a oggi, raggiungendo quota 1,4 milioni.
Nel quinquennio 2016-2022, secondo il rapporto, la quota di depositi della clientela delle BCC è cresciuta dall’8,89% al 9,82% dei depositi del sistema bancario italiano. Per quanto riguarda i finanziamenti a famiglie e imprese, nel periodo considerato, il peso del credito cooperativo è in ascesa, dall’8,62% al 9,59%, con le quote maggiori fatte registrare dalle microimprese, passate dal 19,32% al 21,3%, con una percentuale doppia rispetto a quella delle imprese (10,5%), a conferma del ruolo di prossimità esercitato dal Credito Cooperativo.