
L’uno di fronte all’altro; accomodati, a condividere pensieri, considerazioni, progetti, buoni propositi, perfino qualche sogno. Reduci da un mese intenso, durante il quale hanno rincontrato i soci dopo anni di astinenza da relazioni “in presenza”; all’orizzonte (5 maggio) l’annuale Assemblea generale della BCC, momento cruciale, in cui si fa il bilancio del vissuto e si tracciano le linee di sviluppo dell’immediato futuro, con lo sguardo che va anche oltre.
Il presidente, Leonardo Toson, e il direttore, Andrea Bologna: pensieri in libertà, sulla Banca, su quello che è stata e su ciò che vorrebbe divenire.
I soci ritrovati
«Quattro appuntamenti, nelle città, a Padova, a Chioggia, e nelle sedi storiche di Piove di Sacco e Sant’Elena; - esordisce il direttore – palese la voglia dei soci di ritrovarsi, di riavviare un cammino di confronto e dialogo; di questo siamo confortati. Al di là dei numeri e delle presenze, comunque più che soddisfacenti, abbiamo avuto conferma puntuale che i nostri Soci non hanno smarrito la voglia, anzi il bisogno, di essere protagonisti nella vita della Banca. Adesso toccherà a noi non perdere questa qualità associativa e trovare ulteriori modalità di collegamento e partecipazione. Siamo cambiati, anche BCC Patavina non è più l’originaria (e benemerita) Cassa Rurale nella quale il contatto e il confronto avveniva tra poche migliaia di aderenti; siamo cresciuti, anche quantitativamente, ma sappiamo molto lucidamente che il legame e la partecipazione della base sociale è ancora irrinunciabile; dobbiamo per questo trovare modi nuovi e innovativi di concretizzare tale valore».
«Non riesco ancora ad approdare a una sintesi razionale compiuta, - aggiunge il presidente – ma ho limpida l’impressione che anche la tormentata esperienza della pandemia abbia cambiato qualcosa nella nostra percezione e nel bisogno di relazioni. In questi incontri con i Soci, ma anche nei contatti più ravvicinati, quotidiani, percepisco un bisogno, magari talora inespresso, di rafforzare appartenenza e coesione. Sono d’accordo: ora la sfida sarà quella di trovare le vie giuste e le occasioni opportune per fare “esplodere” tale ritrovata voglia di esserci, di coinvolgimento. Ad esempio, ho notato accentuato interesse per la novità di “Patavina con Te”, l’associazione fortemente mutualistica che avrà il compito di curare e dare concretezza (e opportunità) al rapporto con i Soci e il Territorio. Insomma: è un tempo propizio, che non lasceremo trascorrere invano o inutilmente».
L’Assemblea
«Finalmente, quest’anno – dice Leonardo Toson – l’Assemblea riacquisterà in pienezza il suo significato principe: il momento decisivo nella vita della Banca, quello in cui si considerano e si valutano i risultati raggiunti e si guarda al futuro. Arriviamo a questo appuntamento con la solidità che da sempre caratterizza la nostra BCC (i numeri sono positivi; ad esempio, oltre nove milioni e mezzo di utile), ma con la convinzione che la Cooperativa stia cambiando, non certo in un contraddittorio “ritorno al passato”, ma in una prospettiva assolutamente originale, in una sintesi inedita tra ciò che siamo stati, i valori che ci hanno fatto nascere e vivere, e una nuova visione del nostro essere Credito Cooperativo».
«Questo 2022, l’anno passato, pur senza clamori, comunque è stato un tempo decisivo (che personalmente giudico di straordinario valore) per BCC Patavina. Proprio nei mesi scorsi, - continua il presidente - senza clamore ma con tenacia e concreta perseveranza, il Consiglio di amministrazione ha avviato una lucida riflessione sulla Banca: alla fine abbiamo deciso che, dopo il percorso sin qui condotto, bisognasse mettere a fuoco la rotta. Il solco sul quale ci siamo collocati è quello dei valori forti della tradizione e della cultura del Credito Cooperativo (mutualismo, territorialità, centralità dei soci e della partecipazione). Senza timori, anzi con orgoglio, possiamo dire che abbiamo definito la direzione: non un’operazione traumatica, un naturale (anche se faticoso) intervento di riposizionamento, che ha portato anche a un cambiamento di persone e di organizzazione».
«Su un punto vi è una comune convinzione, – aggiunge Andrea Bologna – rispetto a quello che sarà il percorso, condiviso con la compagine sociale, che vorremmo continuare nell’immediato futuro: essere sempre più Credito Cooperativo, non certamente snaturarne valori, storia, prassi. Le sfide, su questo cammino, sono toste, ma non impossibili, anzi abbiamo a disposizione tante risorse e inesplorate opportunità. Osservavo, ad esempio, come l’utilizzo, forzato nel recente passato, della modalità “da remoto”, il ricorso massiccio a strumenti informatici, avrebbe potuto comportare un allontanamento dal bisogno di contatti e relazioni: è successo esattamente il contrario. Oggi abbiamo Soci e Clienti sempre più “informatizzati”, ma che chiedono anche con maggiore insistenza la possibilità di relazioni vive e stabili. Ecco, la domanda è molto semplice: la nostra Banca (siamo sempre nell’ambito di un ragionamento esemplificativo) riuscirà a combinare tali, apparentemente contradittorie, esigenze? La risposta è sì, ne siamo convinti»
L’aggregazione e la nuova BCC
«Il punto di partenza – spiega Leonardo Toson - è quello che abbiamo illustrato poc’anzi: vogliamo essere sempre più Credito Cooperativo, in pienezza e autenticità. Questa limpida intenzione, tale buon proposito, deve però fare i conti con la realtà, con il contesto più ampio del mondo bancario e più in generale dell’economia, locale, nazionale, addirittura globale. La domanda che ci siamo posti è stata semplice: riusciremo a rispondere sempre più e meglio al nostro essere BCC, restando nella situazione attuale, cioè come Banca Patavina? La risposta è stata che il contesto e le opportunità ci spingono ad andare oltre, per essere adeguati soprattutto dal punto di vista della dimensione, delle risorse patrimoniali e organizzative. Da tale valutazione è partita l’idea e il progetto di unirci a un’altra BCC, quella di Verona e Vicenza, per raggiungere quella consistenza ottimale a perseguire l’obiettivo di un Credito Cooperativo sempre più autentico, in grado di rispondere compiutamente ai bisogni della nostra Comunità».
«È palese nelle intenzioni di BCC Patavina, pienamente condivise anche dall’altra Banca - aggiunge Andrea Bologna - di non essere disponibili a cedere su nulla di essenziale: dare vita a un nuovo soggetto, nella prospettiva di creare un Credito Cooperativo migliore. Certo, questo comporterà un diverso assetto e un’evoluzione del modello distributivo della Banca, ma senza mutare i tradizionali modelli di rapporto con la base sociale, con il territorio. Quello che posso assicurare, da parte mia, è che l’organizzazione della BCC non smetterà mai di mettere al primo posto la relazione, viva e costruttiva, con soci, clienti e territorio. Questa rimarrà la nostra “cifra” e la qualità identitaria”.
«Credo proprio - conclude il presidente – che questa sarà un’assemblea di sintesi e di passaggio: siamo attesi da un futuro importante e impegnativo. L’aggregazione (con tutti passi che comporterà, compresa l’approvazione da parte della Capogruppo Iccrea e soprattutto della Banca Centrale Europea) ci spingerà verso una riorganizzazione in linea con le nuove dimensioni ed esigenze della BCC. Su un punto, però, siamo autenticamente sereni: abbiamo chiaro in testa che cosa vorremmo essere, cioè una Banca di Credito Cooperativo, erede e fedele ai principi consolidati e fondanti, ma che guarda responsabilmente avanti. I valori sono decisivi, ma non bastano, occorre tradurli in azioni e relazioni: ecco perché la Banca e i soci sono chiamati a fare, insieme, ciascuno la propria parte. In Assemblea chiederemo e proporremo soprattutto questo».