03/08/2023
STORIE NEL BOSCO, UNA PROPOSTA CULTURALE DI QUALITÀ

Si è conclusa da qualche settimana la seconda edizione di Storie nel Bosco.
Tre serate a cui abbiamo dato vita con passione e che ci hanno riservato grandi soddisfazioni “ Così commenta, Luca Silvestri, Responsabile dell’Area Ambiente del Parco la recente rassegna teatrale che si è svolta presso il Parco Etrnografico di Rubano tra il mese di giugno e luglio a cui hanno assistito complessivamente oltre 350 persone: bambini, giovani, adulti ed anziani; felici di aver scoperto un'arena nel verde e arricchiti delle storie che le compagnie teatrali Strapalco, Cambiscena ed il musicteller Federico Sacchi hanno raccontato loro nell'arco dei tre appuntamenti.

Tutto questo è stato reso possibile grazie al contributo di Banca Patavina, sponsor della manifestazione e all'Amministrazione Comunale; in particolare al Sindaco Sabrina Doni e all'Assessore Righetto Massimo che hanno reso possibile unire una location estremamente suggestiva e immersa nella natura ad una proposta culturale di qualità.

Sembra una frase scontata, buttata lì, ma la naturalezza e la capacità di mantenere in tempi convincenti alto il tono dello spettacolo è qualcosa di veramente complicato. Qualcosa a cui ogni attore tende in ogni momento, e che, in discipline specifiche del teatro, diventa una vera e propria anima, un tratto distintivo, una ragione dietro allo spettacolo. È il caso dell’improvvisazione teatrale.

La compagnia Strapalco che ha portato in scena, Mi manda Gaber, dedicato al genio di Giorgio Gaber  è un’ autentica istituzione nell’ambito del teatro musicale a Padova.

La stessa cosa si può dire per Freestyle, lo spettacolo della compagnia Cambiscena. Un vero e proprio compendio di teatro di improvvisazione, uno spettacolo capace di emozionare e coinvolgere il pubblico, facendo provare agli spettatori la sensazione di non aver semplicemente assistito allo spettacolo, ma avervi preso parte.

Per non parlare di Federico Sacchi, il Musicteller torinese che ha chiuso la rassegna: il suo spettacolo è stata un’emozionante ricostruzione storica e filosofica basata sulla musica. E non una musica qualsiasi, ma la produzione di uno dei più grandi musicisti mai vissuti, Stevie Wonder, ispirata e collegata alle parole di uno dei più grandi uomini che la storia contemporanea ricordi: Martin Luther King.

L’idea di realizzare un teatro nel bosco risale a diversi anni fa e nasce dalla constatazione che il Parco etnografico, con il suo ‘museo a cielo aperto’, il lago e il bosco, appare come la scenografia di uno spettacolo in cui il visitatore possa gustarsi i colori delle stagioni, assaporare profumi e percorrere un’immaginaria linea del tempo che unisce il passato al presente… Si è voluto allora creare un’occasione di immersione profonda nell’ambiente del parco che tenesse ancora una volta insieme natura e cultura, facendo spazio all’arte e all’incontro – sorprendente e poetico – tra quanto la natura produce e l’uomo cura ed esprime.

L’obiettivo che ci si propone è la diffusione, attraverso strumenti diversi, di una pedagogia dell’ascolto, che avvicini l’uomo alla natura per mezzo dell’esperienza diretta: modificare lo sguardo, cambiare prospettiva per permettere che la dimensione naturale possa convivere amabilmente con la dimensione umana.

Prendere spazio, lasciando spazio questa è l’idea di fondo del Teatro nel Bosco.

I visitatori, percorrendo il parco, trovano una pedana circondata dal verde. Potranno accedervi liberamente e da lì osservare ciò che la natura mostra, ascoltare i suoni nell’apparente silenzio del bosco, fantasticare di mondi immaginari. Oppure, in periodi diversi dell’anno, grazie ad un calendario di eventi organizzati diventeranno spettatori, dimenticando i teatri al chiuso per godere della cornice naturale nella quale è inserito il Teatro, essa stessa spettacolo nello spettacolo.

Le proposte di teatro “fuori dai teatri”, al di là delle diverse scelte espressive, vogliono essere catalizzatore emotivo e poetico delle relazioni fra gli uomini e la natura – il luogo in cui abitano, il pianeta di cui fanno parte.