06/09/2023
QUESTO È IL TEMPO DELL’ARROCCO

Un sistema finanziario che negli ultimi mesi si è rivelato vulnerabile; un conseguente periodo di incertezza. Le difficoltà dei mercati azionari e la resistenza più avveduta di quelli obbligazionari. Il probabile rallentamento dei tassi. Un quadro incerto rispetto al quale è necessario adottare una strategia di gestione del portafoglio in grado di adattarsi bene a qualsiasi scenario futuro.  Muoversi con avvedutezza, imitando una struttura difensiva usata dagli scacchisti. L’opinione di Luca Ricchieri, Vice Direttore Generale e Direttore Centrale Finanza di Banca Patavina

Il mese di agosto porta con sé la consapevolezza, corroborata dalle evidenze numeriche, che il sistema finanziario è vulnerabile a causa dei numerosi fattori di instabilità che lo affliggono. Tra essi ricordiamo:

  1. Il continuo rialzo dei tassi di interesse perseguito dalle banche centrali che indebolisce le quotazioni dei bond ed agisce negativamente sulla capacità di reddito delle imprese quotate;
  2. il permanere di uno stato di incertezza sulle politiche monetarie restrittive che sono “data dependent” sia in USA che nella UE, ma con prospettive di tassi alti ancora per svariati mesi a causa della lentezza con la quale l’inflazione sta rientrando dai suoi valori massimi; ciò nuoce alla prospettiva di immediati guadagni in conto capitale per i detentori di titoli obbligazionari ma crea anche un clima avverso ai mercati azionari;
  3. la possibile recessione di cui tutti parlano ha iniziato a dare i primi segnali negli indicatori PMI manufacturing; secondo studi di Clarbridge Investments (noto gestore azionario appartenete alla scuderia di Franklin Templeton) nei 6 mesi antecedenti una recessione, il mercato azionario presenta rialzi nel 42% dei casi. Il favorevole andamento dei mercati azionari mondiali registrato sino a Luglio potrebbe rientrare in questa casistica.
  4. le politiche monetarie restrittive, secondo vari studi accademici di natura statistica, hanno necessità di tempo per agire sull’economia reale; al riguardo Clearbridge calcola che statisticamente, in un ciclo persistente di rialzo dei tassi di interesse, una recessione inizia circa 23 mesi dopo il primo rialzo dei tassi. E’ dunque lecito attendersi, statisticamente parlando, una vera recessione, nella primavera del 2024.

Gli elementi citati sono solo rilevazioni statistiche e osservazioni di dati che non determinano con certezza la direzione che prenderanno i mercati finanziari. Tuttavia, anche solo osservando i P/E espressi mediamente dalle azioni (11,75% Eurostoxx 50 e 18,56 S&P 500), sappiamo che i mercati azionari, pur avendo già subito qualche correzione dai valori massimi, ora non esprimono valori appetibili e hanno di fronte un clima che risulta prospetticamente sempre più avverso a causa della strategia delle stesse autorità monetarie; d’altra parte i mercati obbligazionari si sono rivelati molto resistenti e decisamente orientati a interpretare l’arrivo della recessione come un fatto ineluttabile ma positivo poiché porterà beneficio alle quotazioni dei bond, specie nel tratto medio/lungo della curva.

Infatti le banche centrali, nel 2024, non potranno rimanere immobili di fronte al rientro dell’inflazione (che implica la crescita dei tassi reali), specie se abbinato a una recessione; ciò comporterà molto probabilmente un progressivo allentamento dei tassi a supporto dell’economia. Il ruolo fondamentale delle politiche monetarie sarà peraltro sempre più importante a causa della debolezza delle politiche fiscali dei governi che saranno blande per mancanza di risorse.

Quello che dobbiamo gestire con pazienza è dunque un quadro incerto rispetto al quale è necessario adottare una strategia di gestione del portafoglio in grado di adattarsi bene a qualsiasi scenario futuro. A questo proposito ci viene in soccorso la tecnica derivata dagli scacchi denominata “arrocco”. L’arrocco è infatti è una mossa difensiva nella quale il Re e la Torre possono essere mossi nello stesso momento a condizione che gli altri pezzi sula scacchiera (alfiere, cavallo e regina) siano sistemati in posizioni predefinite.

Nel nostro caso, di fronte a mercati finanziari vulnerabili ma aperti a diverse ipotesi di sbocco, è necessario muovere il portafoglio imitando la struttura difensiva usata dagli scacchisti. In altre parole, la nostra Torre è rappresentata dai bond a medio/lungo termine o da prodotti ad essi assimilati, così come Sicav, che nei prossimi mesi potranno beneficiare del progressivo allentamento della politica monetaria restrittiva. Parallelamente il nostro Re è il cash ed i prodotti ad esso assimilati che ci consente di essere pronti ad approfittare di un quadro macroeconomico più leggibile e con meno tensioni. Il cash significa avere in portafoglio certificati di deposito e/o conti di deposito cui affiancare prodotti monetari con orizzonti temporali contenutissimi (generalmente 90 giorni), che non presentano rischi apprezzabili ma con rendimenti molto appetibili, in attesa di investimenti più diversificati.

In sostanza il portafoglio attuale è una costruzione denominata “barbel”, in cui coesistono tratti opposti della cura dei tassi per essere pronti a cogliere ogni opportunità. Ciò che appare non interessante ora è l’azionario che, per gli elementi illustrati, risulta ancora caro e può essere utilizzato solo tramite Pac.