17/11/2023
LA (QUASI) CERTEZZA CHE I TASSI CALERANNO

La diminuzione dell’inflazione, il timore di una penalizzazione dell’economia e altri fenomeni collegati inducono a ritenere che sia ormai imminente un ridimensionamento dei tassi di interesse. Tutto questo potrebbe portare a una situazione particolarmente favorevole per gli investitori disponibili a sfruttare in maniera oculata le opportunità di guadagno che si manifesteranno. Per questo è importante muoversi per tempo e soprattutto affidarsi a consulenti competenti. Il parere di Luca Ricchieri, Vice Direttore Generale, Direttore Centrale Finanza di BCC Patavina.

Ci sono situazioni nelle quali un evento è inevitabile, poiché qualsiasi strada si prenda conduce sempre al medesimo risultato. Tale congiuntura si sta verificando in queste settimane con riguardo al calo dei tassi di interesse che è una variabile attesa da tempo dagli operatori dei mercati finanziari ma che, sino ad ora, non si è concretamente manifestata. È tuttavia sempre più chiaro che l’atteso ribasso dei tassi di interesse è un evento inevitabile che caratterizzerà il prossimo anno (e forse anche le settimane terminali di questo 2023). Il fatto che non si tratti di un auspicio, ma di un evento ad altissima probabilità, che offre rilevanti opportunità di guadagno a chi la saprà cogliere, è dimostrato da una serie di variabili più o meno correlate tra loro, la cui evoluzione porta ad evidenziare l’insostenibilità dell’attuale livello dei tassi di interesse.

Per dimostrare l’ineluttabilità dell’evento “riduzione tassi di interesse attuali”, proviamo ad analizzare sinteticamente i fattori che stanno determinando lo scenario atteso:

L’inflazione - Questo fenomeno, lungamente e colpevolmente trascurato dalle banche centrali nel 2021, sta dando chiari segnali di rientro sia in UE che negli USA (pur in presenza di economie con andamenti molto differenti). Gli ultimi dati dell’inflazione in UE indicano un valore stimato oggi di 2,9% per l’inflazione lineare e 4,2% per quella core. Sono ormai diversi mesi che il tasso di inflazione scende e questo ha indotto la BCE (riunione del 26/10 u.s.) a bloccare il percorso di rialzo dei tassi ufficiali; i tassi attuali sono dunque il “terminal rate” (il tasso finale) cui punta la BCE nella propria politica monetaria restrittiva (analoghe considerazioni si possono fare per i tassi USA mantenuti fermi dalla FED il 30/10 us).

I tassi reali - Il calo dell’inflazione così veloce, unito alla vistosa crescita dei tassi di interesse, determina il raggiungimento di tassi reali positivi (cioè tassi al netto dell’inflazione), accelerando il calo della domanda aggregata; questa situazione non può protrarsi per un lungo periodo di tempo con un costante incremento dei tassi reali, poiché può accelerare la discesa dell’economia in zona di recessione.

La quantità di moneta - La politica monetaria restrittiva, portata avanti con determinazione e soprattutto con una velocità inusitata per le banche centrali, anche tramite il ritiro di finanziamenti al sistema bancario e il mancato rinnovo di titoli detenuti in portafoglio da BCE, sta producendo un calo della quantità di moneta chiamata M2 (definizione BCE di M2 = banconote circolanti + conti correnti + depositi a scadenza sino a due anni o smobilizzabili con preavviso di tre mesi) che determina una riduzione dei mezzi di pagamento e di riserva di valore essenziali per la crescita dell’economia cioè del PIL di ogni Paese. Sino ad ora infatti, solo l’eccesso di moneta creato tra il 2020 ed l 2021 dalle elargizioni contro il Covid ha consentito alle imprese di prosperare ed assumere e ai privati di innalzare i propri consumi. Ridurre queste riserve significa dunque impoverire gli attori economici incrementando la probabilità di una recessione.

Il credito bancario - In presenza di una economia in contrazione, il sistema bancario mostra una cautela maggiore verso il finanziamento delle imprese e dei privati, che diviene più rischioso; di fatto la disponibilità di credito si contrae generando un fattore di accelerazione del calo del PIL. Si determina per un’altra via un ulteriore fattore di accelerazione della politica monetaria restrittiva delle banche centrali che tuttavia non è controllabile dalle stesse, rischiando di produrre effetti che vanno oltre il desiderato delle stesse Autorità Monetarie.

Si tratta dunque di una serie di elementi correlati e convergenti che portano a considerare un'unica soluzione utile ad evitare l’avvitarsi della situazione su se stessa: i tassi di interesse devono scendere.

Con questo quadro, ci troviamo di fronte ad un’opportunità senza precedenti per ottenere guadagni importanti puntando soprattutto sui prodotti obbligazionari.

L’invito, quindi, è quello di rivolgersi senza indugi al proprio partner finanziario, la BCC Patavina: i tempi sono propizi, ma non si può indugiare.